Il re Vittorio Emanuele III inaugura a Firenze la Stazione di Santa Maria Novella e la Biblioteca Nazionale Centrale.
I lavori della biblioteca, progettata da Cesare Bazzani, erano durati ben 24 anni, anche a causa dell’interruzione durante la prima guerra mondiale.
Gli autisti del re, arrivando da Santa Croce, fecero scendere l’illustre ospite all’ingresso secondario di via Magliabechi, ovviamente per errore, mentre tutte le autorità erano in attesa del monarca per il taglio del nastro, all’ingresso principale di piazza Cavalleggeri.
Il re, accompagnato da qualche dipendente della biblioteca, iniziò la visita del primo piano dell’imponente edificio rincorso dalla schiera delle personalità che nel frattempo si erano accorte del disguido.
La BNCF conteneva allora tre milioni di pubblicazioni fra cui il libro più piccolo al mondo stampato a caratteri mobili composto a mano, del 1897.
Riproduce la Lettera a Madama Cristina di Lorena di Galileo Galilei nella quale lo scienziato pisano afferma che il grande libro della Natura è scritto a caratteri matematici e che non è corretto leggerlo e interpretarlo mediante la Bibbia.
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